la storia del judo
….in pillole
I PRINCIPI DEL JUDO
SEIRYOKU ZENYO: “miglior uso dell’energia”
jita kyoei: “noi e gli altri verso il progresso”
IL JUDO
Il Judo la più famosa, conosciuta e praticata delle arti marziali giapponesi. Deriva dal jujitsu, un genere di lotta basato su tecniche di attacco e difesa senz’armi o con armi corte, praticato (con diversi stili) dai samurai e già noto in Giappone 2000 anni fa. Il jujitsu ebbe il suo periodo di massima diffusione tra il sec. XVI e il XIX, quando iniziò il suo declino. Fu Jigoro Kano professore universitario vissuto tra il 1860 e il 1938, che si propose di riesumarlo e al tempo stesso di trasformarlo, operando una sintesi tra le diverse tecniche e i diversi stili secondo i quali era praticato e creando quindi il judo. Kano fondò nel 1882 la prima scuola di judo, il kodokan, compilando un primo codice di questa disciplina; ma soprattutto egli si propose di trasformare un’arte originariamente di autodifesa in pratica sportiva, conferendole un senso di vera e propria scuola religiosa e morale. Obiettivi essenziali del Judo sono la massima valorizzazione dell’energia umana in ogni suo aspetto (sia fisico sia spirituale) e il raggiungimento, da parte dell’individuo, di una condizione di armonia nei rapporti con i suoi simili.
graduazione e abbigliamento
L’abbigliamento degli atleti, che lottano a piedi nudi, è il judogi, costituito da casacca e pantaloni bianchi; il colore della cintura designa il grado di capacità raggiunto dal praticante. Si va dalla cintura bianca (che indica il grado più basso) a quella gialla, arancione, verde, blu, marrone fino a quella nera, che indica il grado più alto, a sua volta diviso in dodici categorie (dette dan). Il dodicesimo dan, vertice assoluto, è stato però riservato al solo Kano. La singolarità e in parte il fascino del Judo derivano da una certa qualità estetica che specialmente i maestri più quotati riescono a esprimere nella lotta, e da alcune forme di rituale, per esempio il saluto, obbligatorio all’inizio e alla fine del combattimento
principali regole e pratica moderna
Nella pratica il Judo richiede un’estrema abilità nei movimenti e una capacità di studio psicologico dell’avversario per costringerlo a perdere l’equilibrio e quindi immobilizzarlo.
Gli incontri sportivi si svolgono su tappeti delle dimensioni di 7 x 7 m ed hanno una durata che varia da 1 a 4 minuti, a seconda dell’età di chi lo pratica. Il combattimento termina prima del limite quando uno dei due contendenti :
-
realizza una tecnica (ippon) mettendo l’avversario con le spalle a terra con controllo, forza e velocità
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riesce ad immobilizzare l’avversario con le spalle a terra per 20 secondi
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riesce ad eseguire una tecnica di leva articolare al gomito alla quale l’avversario si arrende
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riesce ad eseguire una tecnica strangolamento alla quale l’avversario si arrende
I PERSONAGGI CHE HANNO SEGNATO LA STORIA DEL JUDO
Educatore giapponese, fondatore del judo.
La prima cintura nera del Kodokan NON giapponese
Il padre del judo italiano
La prima medaglia d’oro olimpica NON giapponese
Il Maestro
La prima medaglia d’oro olimpica del Judo italiano (Mosca 1980)
classificazione tecniche
GO-KYO TRADIZIONALE
Le quaranta tecniche fondamentali del Judo vengono suddivise in cinque gruppi di otto tecniche ciascuno. Questa divisione ha uno scopo principalmente didattico poiché le tecniche sono elencate in ordine di crescente difficoltà, cioè nell’ordine in cui può essere più opportuno insegnarle. La difficoltà viene valutata non soltanto nell’esecuzione della tecnica ma anche nella velocità e nella violenza della caduta. La prima tecnica è il de-ashi-barai che presenta un movimento molto semplice ed una caduta senza problemi, anche se in realtà per eseguirla in modo efficace occorre una scelta di tempo che richiede una certa esperienza. La quarantesima è lo yoko-gake, tecnica tra le più difficili da eseguire bene e che prevede una caduta piuttosto ardua da controllare. Oltre alle 40 tecniche del go-kyo ve ne sono altre 10 che pur non rientrando nello schema progressivo di insegnamento sono divenute ormai di uso generale ed hanno quindi diritto ad un nome ed una collocazione ufficiale.
TE-WAZA
- ippon-seoi-nage
- seoi-nage
- seoi-otoshi
- tai-otoshi
- kata-guruma
- uki-otoshi
- sumi-otoshi
- sukui-nage
- obi-otoshi
- morote-gari
- kuchiki-taoshi
- kibisu-gaeshi
- kouchi-gaeshi
- uchi-mata-sukashi
- yama-arashi
ASHI-WAZA
- hiza-guruma
- sasae-tsurikomi-ashi
- harai-tsurikomi-ashi
- de-ashi-harai
- okuri-ashi-harai
- tsubame-gaeshi
- kouchi-gari
- ouchi-gari
- ouchi-gaeshi
- kosoto-gari
- kosoto-gake
- osoto-gari
- osoto-otoshi
- osoto-guruma
- osoto-gaeshi
- ashi-guruma
- o-guruma
- uchi-mata
- uchi-mata-gaeshi
- hane-goshi-gaeshi
- harai-goshi-gaeshi
YOKO-SUTEMI-WAZA
- uki-waza
- yoko-otoshi
- tani-otoshi
- yoko-guruma
- yoko-gake
- daki-wakare
- yoko-wakare
- soto-makikomi
- uchi-makikomi
- hane-makikomi
- harai-makikomi
- uchi-mata-makikomi
- osoto-makikomi
- kani-basami
- kawazu-gake
IL NUOVO GO-KYO
La prima formulazione del go-kyo risale al 1885 ad opera di Jigoro Kano; successivamente lo stesso Kano insieme ai suoi allievi migliori vi apportò alcune modifiche fino a giungere alla versione definitiva del 1922, che è quella ancor oggi utilizzata. A dire il vero nel 1982 il Kodokan di Tokyo ne aveva proposto una nuova edizione completamente rimaneggiata, ma fino ad oggi tale visione non è ancora stata universalmente accettata e quindi non abbiamo ritenuto di introdurla nel nostro abituale lavoro di palestra, riservandone lo studio ai gradi più elevati. La nuova edizione del go-kyo, che proporremo a parte, non è più ordinata in funzione della progressione didattica ma in base alle caratteristiche della tecnica, divenendo così equivalente all’altro sistema di catalogazione. Leggi di più
KOSHI-WAZA
- o-goshi
- uki-goshi
- harai-goshi
- tsurikomi-goshi
- sode-tsurikomi-goshi
- tsuri-goshi
- hane-goshi
- utsuri-goshi
- ushiro-goshi
- koshi-guruma
- daki-age
MA-SUTEMI-WAZA
- tomoe-nage
- ura-nage
- sumi-gaeshi
- hikikomi-gaeshi
- tawara-gaeshi
FUORI GO-KYO
- O-soto-otoshi
- Seoi-otoshi,
- Te-guruma,
- Harai-maki-komi,
- Uchi-maki-komi,
- Kuchiki-daoshi,
- Morote-gari,
- Tawara-gaeshi,
- Hikkomi-gaeshi,
- 10Kani-basami